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Fiat-Opel, è scontro tra Italia e Ue per le affermazioni del commissario Verheugen

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E scotro tra Italia e Ue sul caso del commissario Ue all’industria Guenter Verheugen che in una dichiarazione a una radio tedesca ha definito Fiat un gruppo «altamente indebitato» e si è chiesto polemicamente dove il Lingotto «trovi i soldi» per portare aventi le operazioni Chrysler e Opel.

Il vice presidente della commissione Ue ha detto alla radio bavarese che «il mio primo sentimento è di sorpresa. Fiat, è un concorrente di Opel e non è precisamente il costruttore automobilistico europeo che va meglio. Mi chiedo – ha proseguito – dove prenderà i soldi un’impresa altamente indebitata per far fronte a due operazioni come queste». Secondo quanto riportato dalla stampa, il Lingotto punterebbe ad aggiudicarsi non solo Chrysler ma anche una quota di Opel, divisione di General Motors, nel tentativo di incrementare le sue vendite globali con una integrazione a tre.

 

Poco dopo un portavoce di Verheugen ha rettificato, sostenendo che il commissario Ue all’Industria non è contrario all’operazione Fiat-Gm, ma sottolinea che è troppo presto per giudicarla perché ci sono troppe questioni aperte. «Il commissario non avversa l’operazione – ha spiegato Ton Van Lierop – ma ci sono ancora troppe questioni aperte e dobbiamo saperne di più, è troppo presto per giudicare. Certo è che Gm è un partner molto forte».

Immediata la reazione del gruppo italiano. «Dal Commissario responsabile per l’Impresa e l’Industria – ha detto amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne – mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull’industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere».

Governo e forze politiche unanimi nel criticare le affermazioni de commissario Ue
«Viva sorpresa» per le dichiarazioni del Commissario Ue Guenter Verheugen sulla
vicenda di un possibile interessamento da parte della Fiat per la Opel è stata espressa dal ministro degli Esteri Franco Frattini, che giudica le parole di Verheugen «un’interferenza nelle scelte industriali di soggetti privati, tanto più inaccettabile in quanto una delle aziende in questione è della stessa nazionalità del vice presidente della Commissione».

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti replica: «Non conosco il dossier, ma so che se la parola è d’argento il silenzio è d’oro». Il ministro italiano ha tenuto ha ribadire le considerazioni positive al termine dell’incontro avuto con il suo omologo canadese. «Il Canada vede l’accordo con grande favore. Piuttosto – ha aggiunto – se un tempo si diceva che le auto andavano messe in moto a spinta, si potrebbe dire che adesso sono le auto italiane che danno la spinta»

 

il Ministro dello Sviluppo economico Claudo Scajola, invece espriem un palese disappunto. «Capisco che per un politico tedesco può essere fastidioso dover accettare l’aiuto di un’impresa italiana come Fiat per salvare un’impresa tedesco-americana come Opel, ma le dichiarazioni del Commissario europeo Verheugen, sia pure corrette dal suo portavoce, sono inaccettabili e del tutto fuori luogo: non spetta a un commissario europeo intervenire sulle trattative in corso tra aziende di due Paesi membri. Se, come spero -ha proseguito il Ministro Scajola- queste trattative avranno esito positivo, la Commissione potrá valutare l’eventuale accordo nell’ambito delle sue competenze. Sino ad allora Verheugen si astenga da giudizi avventati».

«Parole inopportune e sconcertanti. Da un Commissario europeo mi sarei aspettato invece parole di incoraggiamento alla Fiat. Chi davvero ha a cuore la sorte di migliaia di lavoratori e vuole agire per uscire dalla crisi, non può infatti che augurarsi che il progetto Fiat di dare vita ad un grande gruppo automobilistico mondiale abbia successo». Così Piero Fassino ha commentato le valutazioni espresse dal Commissario europeo all’industria Verheugen sulle strategie Fiat. «Dalla Commissione Europea – ha aggiunto Fassino – tutti ci attendiamo non giudizi superficiali, ma che metta in campo le politiche e le misure necessarie alle imprese e ai loro processi di riorganizzazione».

 

I radicali invece sostengono che il commissario Ue ha posto una questione condivisbile. «Indipendentemente dalle ragioni per le quali sono state pronunciate, le domande che oggi il Commissario europeo all’Industria, Verheugen, si è posto, sono quelle che potrebbe legittimamente farsi ogni cittadino europeo. Fiat già non riesce a gestire tre marchi italiani, come potrebbe riuscire a gestire un marchio come Opel, che insiste nel suo stesso segmento di mercato?». È quanto sostiene in una nota Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani.
«Non sorprenda però il coro di difensori della Fiat, da Frattini alla Marcegaglia: nel nostro Paese la Fiat è stata abituata anche a ricevere un mucchio di regalo, dall’Alfa Romeo alla Cassa integrazione alla mobilitá ai prepensionamenti, passando per le rottamazioni, senza che mai nessuno -tranne i radicali- sollevasse alcuna obiezione», continua De Lucia. «Semmai una domanda ci sarebbe anche per Verheugen: perchè la Commissione europea non si è mai occupata davvero del caso Fiat?», conclude De Lucia.

Intanto procedono su tutti i fronti le trattative che vedono Fiat protagonista. Il Governo tedesco ha fatto sapere che chiederà al Lingotto e ai potenziali investitori nella Opel di formulare progetti con forti prospettive future e condizionerà a questo il suo possibile appoggio all’ingresso nella controllata di General Motors. Un portavoce ha aggiunto in proposito che ad esprimere interesse per la casa di Ruesselsheim sono stati investitori sia strategici sia finanziari e che «i colloqui vanno avanti».

Quanto a Chrysler, oggetto primario dell’interesse di Fiat, almeno in termini di prcedenza nell’evoluzione dei fatti, starebbe per fare ricorso al Chapter 11 della legge fallimentare Usa, che di fatto corrisponde all’amministrazione controllata, in un’operazione che avverrà probabilmente già dalla prossima settimana. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del Wall Street Journal, che cita persone vicine alle due società, il ricorso alla protezione dai creditori avverrà a prescindere dall’accordo con Fiat.

sole24ore.com

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